La Fin

Malice Mizer

Posted on 26/7/2006, 19:01

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La Fin

E sto qui a crogiolarmi nello squallore dell’angolo di questa strada, una luce blu mi illumina il volto, la mia dolce pelle nivea si colora di un azzurro freddo. Barcollare, deambulare. Fra treni grigi tutti uguali pieni di gente triste, con lo sguardo attonito.. quasi a dire: E’ questa la vita? Tutti guardano per terra. Fra strade in queste soffocanti notti estive, strade nere, bagnate dalla pioggia ed illuminate dai lontani fari delle macchine in corsa. La corsa. La corsa contro il tempo, contro le situazioni, contro il destino stesso, posso forse sottrarmi? No, non posso farlo, e allora andiamo, sono sicura che non farà male, non se penserò a lei. Camminando lentamente mi infilo nel tetro grattacelo che si staglia nero dai riflessi blu notte, puntinato di finestre luminose come un piccolo universo artificiale. Dodicesimo piano. L’appartamento è in disordine, è buio. La luce è staccata da mesi…inciampo in libri sparsi per terra, una volta avevo anche il tempo di leggerli. Le grandi vetrate delle enormi finestre mi rincuorano,le apro. Vento, un vento dolcissimo mi lambisce la pelle del volto e del collo…chiudo gli occhi, penso a te, da quassù è tutto bello, tutto senza particolari, perciò stupendo, gli altri sono lontani. E tu? Dove sei amore mio? Mi manchi da morire. Si da morire…non mi credi? Ho una risata isterica, lacrime gelide mi solcano per via laterale il volto sferzato dal fresco vento di quella notte. Mi sporgo un po’ di più, le mie fragili gambe nude sentono il tocco gelido del davanzale in travertino. Il cielo è limpido, senza luna. L’illuminazione permette di vedere pochissime stelle, la vita permette di vedere pochissime stelle, e le uniche che vediamo sono irraggiungibili. Dove sei Amore mio? Chi lo sa, immagino le tue labbra magari appoggiate a quelle di un uomo che ti farà solo del male... quelle labbra che tanto ho desiderato sfiorare con le mie dita tremanti. Perché non te l’ho mai detto? Perché non lo sai? Non importa, addio Amore sei stata l’unica cosa per cui è valsa la pena vivere…uno slancio, un solo slancio. Giù nel vuoto. Il vento forte e feroce mi fa svolazzare la gonna a pieghe nera, cado giù come un manichino rotto, sguardi attoniti si levano al cielo, un grido, il mio sorriso, le mie lacrime, il pensiero di te, Amore mio. Un tonfo sordo, sirene… La fin… spero di rincontrarti, forse, un giorno…