My Alexander

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  1. Ambitious_yaya
     
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    Olè! Eccomi qui con una fic su Alessandro ed Efestione *O*
    Non ho chiesto la pass per la sezioen Yaoi perchè nonostante i protagonisti siano una coppia di ragazzi nn è yaoi ùù nn mi piace scrivere cose spinte.
    Cmq se nn dovesse andare bene spostatela pure ùù

    Dicevo la fan fic prende ispirazione dalla vita di Alessandro Magno ..avete visto il film? =ç=
    Per chi nn l'avesse visto nn si deve preoccupare nn ci sono spoiler ùù anzi è tutto inventato a parte i nomi e il periodo storico ùù
    Bhe che dire..ditemi cosa ne dite XDD
    Ah dimenticavo nn è finita ùù



    Alessandro accarezzò i lunghi capelli di Efestione che erano sparsi disordinatamente sul cuscino, così morbidi e lucenti.
    Fece scivolare le dita sul volto del compagno, sul collo e infine sulle spalle, disegnandone i lineamenti.
    Ad ogni tocco sentiva Efestione fremere nel sonno.
    Era sempre Alessandro a svegliarsi per primo e si chiedeva come facesse l’altro a dormire così tanto, a lui pareva di perdere tempo.
    Dopo che ebbe contemplato abbastanza il suo generale, si alzò e si fece servire la colazione, la tenda fu invasa da un profumo di pane caldo e miele, ma Efestione non si svegliava, così il re si alzò dal tavolo e si sedette di nuovo sul letto, leccandosi le dita ricoperte di miele.
    Di nuovo i suoi occhi si incantarono ad ammirare ogni piccola cosa di quel corpo perfetto: il respiro lento e regolare, la pelle scura, in alcuni punti ferita, le mani grandi, le dita affusolate…
    Il generale si lamentò nel sonno e si girò su un fianco allungando la mano verso la parte su cui dormiva Alessandro. La mano indugiò un poco sul letto vuoto, poi il ragazzo prese coscienza che il compagno non c’era e si girò aprendo gli occhi, attirato anche dal caldo profumo che invadeva la tenda.
    -Buon giorno – lo salutò Alessandro sorridendo
    -Buon giorno Xander
    Il re si leccò un po’ del miele che ancora aveva sulle dita e poi si avvicinò ad Efestione catturandogli le labbra in un bacio.
    - mmhh .. – fece il generale sentendo il dolce gusto delle labbra del re.
    Gli gettò le braccia al collo e prese a baciargli dolcemente le labbra, quasi volesse prendere tutto il miele che vi era rimasto.
    -Se ne volevi bastava dirlo
    -Preferisco prenderlo dalle tue labbra – mormorò Efestione dandogli un ultimo bacio.
    Era la vigilia della battaglia contro Dario.
    Nell’accampamento c’era una gran frenesia, soldati che andavano e venivano, clamore di spade, lampi di luce proiettati dagli scudi e dagli elmi d’oro, voci e schiamazzi che provenivano da ogni dove.
    Efestione si alzò e indossò l’armatura.
    -vuoi già andartene?
    -No che non voglio, ma c’è tanto da fare oggi – disse allacciandosi i gambali – di sicuro fra pochi minuti la tua tenda sarà un continuo andirivieni di soldati.
    -Già – sospirò Alessandro – ma domani dormiremo nella sale del castello di Dario, dove anche le colonne sono d’oro e festeggeremo la vittoria della Macedonia sulla Persia.
    Efestione gli fece un mezzo sorriso. Quando il re diceva quella parole i suoi occhi si accendevano e brillavano della fiamma del coraggio, ma a volte gli faceva paura vederlo così, perché anche se solo per un attimo, non era più “il suo Alessandro”.
    -cosa c’è Phai? – chiese – non sei felice? Finalmente mostreremo la potenza della Macedonia…realizzeremo il sogno dei nostri padri! – aggiunse prendendogli le spalle – perché non sei felice?
    -Non che io non sia felice.. – rispose accarezzandogli il viso – è che...sembra tutto più grande di noi Alessandro
    Il re sussultò: era raro che lo chiamasse “Alessandro” anche in privato, se lo faceva o era arrabbiato o era preoccupato.
    -Ma…- tentò
    -Io ti seguirò ovunque Xander, ma ti prego di non perdere di vista le tue possibilità – sospirò – non portare verso l’ignoto questi uomini, perché nemmeno tu sai che cosa troveremo.
    Alessandro lo abbracciò.
    -Ti prometto – mormorò – che dopo che Dario sarà caduto, torneremo a casa.
    Efestione non rispose, solo sorrise e ricambiò l’abbraccio.

    Filota fu incaricato di chiamare Alessandro per avvisarlo che i soldati di Dario si stavano mobilitando poco più avanti e per sapere se aveva intenzione di mandare un ultimo messaggero.
    Si diresse verso la tenda del re misurando il campo in lunghe falcate e scostò il lembo che chiudeva la tenda.
    -Alessa…
    Si bloccò nel vedere i due abbracciati e arrossì vistosamente
    - ehm... scusate
    Si voltò e fece per tornare sui suoi passi, ma Alessandro lo fermò staccandosi da Efestione.
    -Dimmi Filota
    Il generale tentò di nascondere l’imbarazzo, ma si girò comunque verso il re.
    -Degli esploratori…ci hanno comunicato che i soldati di Dario si sono accampati poco lontano, hai intenzione di mandargli dei messaggeri? ….non che noi volessimo farlo ma... – aggiunse in fretta
    -No, ormai siamo alla vigilia della battaglia – disse riordinando delle pergamene – se ora gli mandassi dei messaggeri, sembrerà che abbia paura.
    -Volere la pace non è da codardi – intervenne Efestione alzando il sopracciglio.
    -Lo so, ma ormai è tardi – replicò Alessandro – va pure Filota dì a tutti di prepararsi per la battaglia, domani all’alba dovranno essere schierati.
    Filota annuì e uscì dalla tenda.
    -Dobbiamo preparare le offerte per Ares e per Atena
    -Si.. – rispose distrattamente andando avanti e indietro per la tenda alla ricerca di qualcosa
    -Vuoi che me ne occupi io? – chiese seguendo gli spostamenti di Alessandro con gli occhi
    -Come.. vuoi.. – ribatté mandando all’aria alcuni cuscini
    -Xander…
    -Mh? – fece senza guardarlo e borbottò qualcosa contro dei cassetti straripanti di fogli
    -Mi stai ascoltando? – chiese Efestione incrociando le braccia
    -Eh? Si certo – rispose poco convinto e riprese a cercare
    -Ma che stai cercando si può sapere? – esclamò aprendo le braccia – per Zeus sono dieci minuti che fai avanti e indietro! Stai mettendo a soqquadro la tenda e a me sta girando la testa!
    -La lettera di mia madre
    -…quella che è arrivata ieri?
    -Si
    -…è sotto il letto…
    Alessandro fermò le mani che stavano frugando febbrilmente in un armadio e si voltò.
    -non potevi dirmelo prima? – esclamò alzandosi e si diresse verso il letto
    -Ti amo Xander, ma non leggo nel pensiero – replicò sarcastico
    Il re lo guardò alzando il sopracciglio – ma pensa – rispose – credevo di sì
    Efestione rise e, dopo avergli stampato un ultimo bacio sulla guancia, uscì dalla tenda.
    La giornata passò in fretta, i soldati erano tesi per la battaglia imminente ed anche Alessandro lo era quando loro, se non di più.
    Da quando Efestione era uscito dalla sua tenda, non aveva fatto altro che trafficare con carte e cartine, poi era uscito ad allenarsi con la spada e ad aiutare con i preparativi.
    Per tutto il giorno non vide il generale, se non con rapide occhiate mentre passavano con le offerte per gli dei, e tentò più volte di distrarsi. Sapeva però, che il suo dovere di re gli impediva di dedicare tutto il suo tempo ad Efestione, come invece avrebbe voluto.
    Finalmente la sera ebbero tutti un po’ pace.
    Mentre i soldati banchettavano Alessandro si avvicinò ad Efestione e prendendogli la mano gli sussurrò all’orecchio “vieni con me”.
    Il generale sorrise mordendosi il labbro inferiore e si lasciò guidare dal suo re.
    Alessandro lo portò fuori dall’accampamento, lontano quel che bastava per essere soli.
    Si sedettero l’uno accanto all’altro e per un po’ non parlarono.
    -è bellissimo – mormorò il generale dopo un po’ – di qui si possono vedere le costellazioni.
    -Già.. – disse fissandolo
    -Xander ma se stai guardando me –rise
    -Per me non c’è cielo più limpido dei tuoi occhi Phai – mormorò sfiorandogli le labbra con un bacio – mi basta guardare nei tuoi occhi profondi per vedere le stelle. Non vi è dio o dea sull’Olimpo che abbia i tuoi occhi
    -Ti sbagli – replicò il generale – i miei occhi sono uguali a quelli di molti tuoi soldati...piuttosto – gli prese il viso fra le mani – sei tu ad avere degli occhi dannatamente belli.
    Il tornò a guardare il cielo e il re sorrise: anche la prima volta che si erano incontrati gli aveva fatto quello stesso complimento.

    ***

    - Lui è Efestione, figlio di una nobile famiglia alleata di tuo padre
    Un uomo alto, con una folta barba grigia e occhi profondi, è davanti ad Alessandro e indica un ragazzino, pressappoco della stessa età del principe, che sta ritto in piedi poco lontano da lui, accanto ad un cespuglio di rose.
    -Molto piacere – dice il principe tendendogli la mano
    - Piacere mio – replica l’altro stringendola
    Poi il maestro li accompagna nella sala di studio.
    Ci sono già gli altri e tutti salutano calorosamente Efestione, che sorride.
    Alessandro invece viene accolto con pacche sulle spalle e commenti sarcastici a cui il principe risponde a tono.
    -Efestione siediti accanto ad Alessandro – dice il maestro prendendo posto davanti agli allievi.
    Efestione si siede e il principe macedone gli sorride.
    Passano la mattina ad ascoltare il maestro,a leggere i canti di Omero e le orazioni di Aristotele.
    Mentre ascolta, Alessandro si accorge che il nuovo amico lo sta osservando e gli chiede sotto voce “che c’è?”
    -Hai degli occhi strani… - risponde a bassa voce – mi piacciono molto.
    Alessandro rimane stupito da quel commento, ma sorride.

    ***

    -A che pensi? – domandò il generale sporgendosi in avanti per vedergli il volto.
    -Eh? – fece sorpreso che se ne fosse accorto
    -Pensavi lo so.. lo capisco dai tuoi occhi…vedi quando ti perdi nei tuoi pensieri, questo occhio – e indicò l’occhio sinistro, quello grigio – si vela leggermente, come gli occhi di un cieco, ma si può comunque vedere una piccola scintilla di luce..
    Efestione sorrise all’espressione sorpresa del re.
    -Io so tutto di te Xander.. – disse – io ti appartengo
    A quel punto il re non poté più frenare le mani, che scattarono verso il corpo del generale catturandolo in un abbraccio.
    -promettimi…promettimi che non mi lascerai mai Phai – mormorò appoggiando la testa all’altezza del cuore di Efestione – giuramelo…
    Le braccia del re lo stringevano convulsamente, come se temesse che da un momento all’altro il ragazzo gli venisse strappato dalla mani.
    Il generale sorrise e lo baciò sulla testa.
    -Te lo prometto..
    -Giuralo – ordinò alzando la testa – giuralo o non ti crederò
    -Non posso giurare
    -Perché?
    -Se lo faccio, gli dei potrebbero irritarsi – disse – se giuro diranno che penso di essere in grado di vincere anche il fato…
    -..e tu temi gli dei?
    -Solo uno…
    -Chi? ..dimmi quale dio fa tremare il tuo cuore e io lo sfiderò e lo vincerò…
    Efestione chiuse gli occhi e lo baciò.
    -il dio che temo, è anche il dio che amo…
    Il leggero frinire delle cicale e il fruscio del vento fra gli alberi era come una musica dolce, ma allo stesso tempo triste, cullava i due amanti, nascondendo i loro sussurri.
    Solo quella natura docile e triste fu testimone dell’amore che legava i due ragazzi, un amore che non conobbe limiti.
    Passarono qualche minuto ancora stretti l’uno all’altro, i vestiti sparsi sull’erba, la musica e le urla dei soldati in festa che provenivano dall’accampamento erano ovattati dal vento.
    -vorrei stare così per sempre – mormorò Efestione ad occhi chiusi
    -hai ancora paura di quel dio?
    -No…però a volte mi chiedo se sente la mia voce...se ascolta le mie preghiere
    -..io vivo per te.. Phai.. – rispose accarezzandogli il volto – ci sarò sempre per te
    -Lo so
    Tornarono alla tenda di Alessandro attraversando l’accampamento senza fare rumore.
    Quando furono davanti all’entrata Efestione sorrise malinconico.
    -Non temere Efestione… l’alba arriva presto – mormorò con un sorriso, poi lo tirò a sé e gli baciò la testa.
    -Buona notte – disse e sparì dietro l’ombra della tenda.
    -Buona notte

    ***

    Nel grande palazzo del re di Macedonia tutto tace, solo lo scrosciare della pioggia interrompe l’immacolato silenzio.
    Il principe Alessandro riposa tranquillo nella sua stanza e nello stesso corridoio ci sono le camera di quella che sarà la sua Torma, le stanze dei suoi più cari compagni, anche loro dormono. Non tutti però.
    Nella stanza di fianco a quella del principe un fagotto di coperte ricamate e pomposamente belle trema al rombo dei tuoni.
    È Efestione, il migliore amico di Alessandro.
    Il ragazzino ha paura dei temporali e teme che se si addormenta gli incubi tornino a tormentarlo, così se ne sta raggomitolato sotto le lenzuola e stringe a sé uno dei soldatini che Alessandro gli ha regalo, tenta di alleviare la paura.
    Poi, un tuono più forte degli altri ed Efestione si lascia sfuggire un gridolino di paura.
    Il poverino non ce la fa più e si alza dal letto singhiozzando.
    La porta dell’amico è subito accanto alla sua, ma raggiungerla gli costa molto, sia perché i lampi e i tuoni lo fanno fermare ad ogni passo, sia perché pensa già a quello che dirà suo padre:
    “Tu non sei un uomo! Hai anche paura dei tuoni!”.
    A quel pensiero i singhiozzi si fanno più forti e quando appoggia la mano sulla maniglia della porta, il principe è già sveglio.
    - A..Alessandro.. – dice fra i singhiozzi – posso dormire con te?
    Si sente un frusciare di coperte e dopo qualche secondo Efestione si sente prendere la mano.
    -Non temere Efestione – mormora Alessandro stringendogli la mano – l’alba arriva presto.
    Sorride, ed Efestione si sente meglio, ora non gli fanno più paura i tuoni, ora ci sono solo lui, Alessandro e le loro mani strette.
    ***
     
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